In questo lungo periodo in cui siamo stati forzatamente a casa, siamo riusciti a vivere più intensamente gli ambienti della nostra abitazione, luogo di rifugio e protezione; in questo periodo
siamo riusciti a dargli una cura e un'attenzione migliore, modificando spazi e attrezzandoli per una miglior vivibilità ma non solo, anche per essere più accoglienti e più belli.
Ecco che questo concorso di immagini vuole premiare la foto che rappresenterà al meglio il vostro io attraverso lo spazio che avete curato e sistemato; sarà la stessa giuria popolare a riconoscere
l'ambiente o il giardino più interessante e bello; chi riceverà più like o "mi piace" riceverà un premio dai nostri partner, "L'Emporio del Tessuto", due importanti negozi tra Cagliari e Assemini che
sono un solido punto di riferimento per gli appassionati di tessuto e del design d’interni.
Il premio verrà svelato nei prossimi giorni, possiamo solo anticiparvi che sarà un prodotto di arredo, fornito dallo stesso Emporio del Tessuto.
Ci sarà anche un secondo premio, che vedrà una giuria tecnica selezionare una seconda foto, composta da professionisti del settore come geometri, arredatori e agenti immobiliari.
Il premio sarà una regale cena per due persone presso il ristorante "Forma e Shija", un bellissimo ristorante nel cuore di Cagliari con una architettura storica e con degli spazi esterni dedicati nel
Corso Vittorio Emanuele II.
Partecipa al concorso e potrai vincere anche altri premi, quali mascherine personalizzate, magliette e tanti altri servizi; cosa aspetti inizia a studiare come mettere meglio la poltrona o il cuscino
in casa o in giardino e invita i tuoi amici a mettere mi piace alla tua foto, condividendola.
Potrai pubblicare la tua foto direttamente sulla pagina facebook o puoi inviarla anche alla nostra mail con un piccolo racconto: info@dimoreresidenze.com - tel. 070.4672283 - 388 1696677
emporiodeltessuto@gmail.com - tel. 070.2080139 - 070.946004
Concorso valido tra il 15 e il 24 maggio 2020.
Leggi tutto sulla nostra pagina facebook: https://www.facebook.com/events/265214588187294/
In queste giornate di look down, lo studio immobiliare rimane chiuso ancora per pochi giorni, ma da casa (come tutti) stiamo studiando e adottando un disciplinare tecnico da utilizzare nei nostri ambienti di lavoro, per contrastare e prevenire la diffusione e il contagio del coronavirus denominato "Sars-Cov 2".
Attualmente non è ancora prevista una certificazione da istituti abilitati, ma ci stiamo conformando alle disposizioni legislative attualmente vigenti, emanate dallo Stato Italiano; decreti ministeriali sull'emergenza Coronavirus, legislazione in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, norme UNI pertinenti, regole di pratica sanitaria desunti da documenti emessi dal Ministreo della Salute e dagli organismi preposti quali ASL, ATS e Inail, noncchè a tutte quelle fonti tecniche nazionali e internazionali in tema di sanificazione, distanziamento sociale, uso e gestione dei dispositivi di protezione.
Vi aspettiamo con tanto entusiasmo nel nostro studio immobiliare il 04 maggio, in via Pola n°33 a Cagliari.
Buone notizie per i possessori di immobili che hanno comprato la loro nuova casa in questi ultimi mesi; coloro che hanno dichiarato in fase di atto notarile di vendere la precedente proprietà (entro i 12 mesi) o di stabilire la residenza nella nuova casa (entro i 18 mesi), con l'intento di vendere l'altro bene immobiliare per conservare le agevolazioni "prima casa" si trovano in un momento di "limbo" bloccati per l'impossibilità di effettuare la vendita.
Per non perdere il diritto all'imposta di registro scontato, il Governo con il Decreto liquidità, ha deciso che i termini saranno congelati dal 23 febbraio al 31 dicembre 2020 e torneranno a decorrere allo scadere del periodo di sospensione.
Cagliari, 07/04/2020.
L'Amministrazione Comunale di Cagliari si schiera dalla parte di famiglie, lavoratori e imprese. La deliberazione n. 31/2020 della Giunta ha deciso a favore dei cittadini spostando le scadenze dovute alle imposte comunali.
Pubblichiamo direttamente dal sito del Comune di Cagliari:
“Misure di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19, differimento dei termini ordinari di versamento delle entrate tributarie ed extratributarie (Cosap)".
In chiave di complementarietà e sussidiarietà rispetto ai provvedimenti adottati a ogni livello governativo, è questo il titolo della deliberazione n. 31/2020 con cui la Giunta comunale ha disposto quanto segue:
E'possibile scaricare la delibera cliccando sul testo:Delibera Comune Cagliari 31/2020
L'art. 54,comma 1,del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18 ha stabilito che l'ammissione ai benefici del Fondo di solidarietà per i mutui per l'acquisto della prima casa - di cui alla legge 24 dicembre 2007, n. 244, art. 2, comma 475 - sia estesa ai lavoratori autonomi e ai liberi professionisti per un periodo di 9 mesi dall'entrata in vigore dello stesso decreto 18/2020.
In base a quanto previsto al comma 3 dal medesimo art. 54, il Ministro dell'economia e delle finanze il 25 marzo u.s. ha emanato uno specifico decreto contenente le necessarie disposizioni di attuazione.
Ai fini dell’ammissibilità agli interventi del Fondo, il decreto ministeriale stabilisce che:
Per quanto riguarda le attività ricomprese nell'ambito dell'art. 1 della legge 22 maggio 2017, n. 81, la norma fa riferimento ai rapporti di lavoro autonomo di cui al titolo III (Del lavoro autonomo) del libro quinto del Codice civile, ivi inclusi i rapporti di lavoro autonomo che hanno una disciplina particolare ai sensi dell'articolo 2222 (Contratto d’opera) dello stesso Codice civile. Sono esclusi gli imprenditori, compresi i piccoli imprenditori di cui all'articolo 2083 del Codice civile.
Per avere accesso all'intervento del Fondo per la sospensione del pagamento delle rate del mutuo prima casa fino a 18 mesi, i lavoratori autonomi e i professionisti, così come individuati dal decreto ministeriale, devono autocertificare ai sensi degli articoli 46 e 47 del decreto del Presidente della Repubblica n. 445/2000 di aver registrato, in un trimestre successivo al 21 febbraio 2020 ovvero nel minor lasso di tempo intercorrente tra la data della domanda e la predetta data, un calo del proprio fatturato superiore al 33% del fatturato dell'ultimo trimestre 2019, in conseguenza della chiusura o della restrizione della propria attività operata in attuazione delle disposizioni adottate dall'autorità competente per l'emergenza coronavirus.
Per l'accesso al Fondo non è richiesta la presentazione dell'indicatore della situazione economica equivalente (ISEE).
Il decreto stabilisce anche che le banche mutuatarie devono assicurare adeguate modalità di ricezione delle istanze da parte degli interessati.
Infine, relativamente ai tempi di adeguamento operativo, viene disposto che il gestore del Fondo (Consap s.p.a.) assicuri l'immediata estensione dell'operatività del Fondo stesso.
Fonte Confcommercio Sud Sardegna: https://www.confcommerciocagliari.it/
Se vuoi scaricare i dati dell'ultimo studio Nomisma, clicca qui.
EMERGENZA EPIDEMIOLOGICA DA COVID – 19 Credito d’imposta per botteghe e negozi (art. 65) decreto
legge 18/2020 e Fondi di Prima Istanza.
Cerchiamo di fare un pò di informazione con degli articoli che possono dare un pò di risposte in queste giornate di emergenza sanitaria per Covid19. Allora grazie al servizio stampa di Confcommercio
Sud Sardegna, parliamo del decreto legge 18/2020 cd “Cura Italia” all’art.65 che prevede per i soggetti esercenti attività d’impresa, al fine di contenere gli effetti negativi derivanti
dall’emergenza da “Coronavirus”, il riconoscimento di un credito d’imposta nella misura del 60% dell’ammontare del canone di locazione, riferito al mese di
marzo 2020, di immobili rientranti nella categoria catastale C/1 (negozi e botteghe). Detto credito d’imposta non si applica alle attività di vendita di generi alimentari
e di prima necessità individuate attraverso il codice ATECO 2007. nell’allegato 1 del DPCM dell’11 marzo.
L’Agenzia delle entrate con la risoluzione 13/E/2020 ha reso noto il codice tributo «6914» denominato “Credito d’imposta canoni di locazione botteghe e negozi -
articolo 65 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18”” al fine di consentire l’utilizzo in compensazione del credito d’imposta da effettuarsi tramite modello F24 da presentare
esclusivamente attraverso i servizi telematici messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate.
Nella propria risoluzione l’Agenzia specifica che “In sede di compilazione del modello F24, il codice tributo «6914» è esposto nella sezione “Erario”, nella colonna “importi
a credito compensati”, ovvero, nei casi in cui il contribuente debba procedere al riversamento dell’agevolazione, nella colonna “importi a debito versati”. Il campo “anno di riferimento” è
valorizzato con l’anno per il quale è riconosciuto il credito d’imposta, nel formato “AAAA”. Il codice tributo “6914” è utilizzabile a decorrere dal 25 marzo 2020”.
Per quanto riguarda l'art. 44 che parla di indennità con i Fondi di Prima Istanza, una volta scongiurata la possibilità del "click day", ci sarà una futura emanazione dei criteri entro 30 giorni circa, a cui possono accederci i lavoratori autonomi e professionisti iscritti ad albi e/o ordini tra cui dovrebbero rientrare anche gli intermediatori a titolo oneroso e non.
Se vuoi scaricare la guida completa, clicca qui.
È disponibile dal 10 marzo la guida aggiornata dell'Agenzia delle Entrate sullo sgravio Irpef del 50% sulle ristrutturazioni edilizie. Come è noto la legge di bilancio
2017 ha prorogato lo sgravio fino alla fine di quest'anno confermando il limite massimo di spesa di 96mila euro.
Prorogata inoltre la detrazione - sempre del 50% - per l'acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici (almeno in classe A+). In questo caso però la detrazione è ammessa solo la ristrutturazione è
stato avviato dopo il primo gennaio 2016.
C'è poi il capitolo del bonus antisismico, che è stato particolarmente potenziato e articolato nelle sue possibilità. Il perimetro di applicazione è stato esteso quasi a tutta l'Italia (cioè zone a rischio sismico 1,2 e 3).
Il nodo della cessione del credito
Resta da definire la questione della cessione a terzi del bonus. Dal primo gennaio di quest'anno, i beneficiari possono infatti scegliere di cedere il credito spettante ai fornitori che hanno
effettuato gli interventi o ad altri soggetti privati. Serve però, ricorda la guida appena pubblicata, «un provvedimento del direttore dell'Agenzia delle Entrate».
Non è invece possibile cedere il credito a istituti di credito e a intermediari finanziari. (fonte Il Sole 24ore)
Se vuoi scaricare la guida completa, clicca qui.
Il 2016 si è chiuso con un bilancio positivo per il mercato immobiliare. I dati dell’agenzia delle Entrate evidenziano che nei primi nove mesi c’è stato un incremento medio delle transazioni del 20,3%, comunque un 39% in meno rispetto alle vendite del 2006, con una fetta di mercato occupato dall'80% di acquisti ricadenti come prima casa. Anche per il 2017 il mercato più importante sarà il mercato della sostituzione, cioè lo scambio fisiologico delle prime case, quelle che vengono acquistate con le agevolazioni prima casa; addirittura si prevede un 2017 frizzante, in cui le compravendite saranno in rialzo del 6,9%, mentre i successivi anni questi numeri tenderanno a diminuire in considerazione che alcuni incentivi fiscali cadranno con l'anno in corso.
Quali sono questi incentivi?
In primis parliamo della diminuizione delle imposte d'acquisto che si pagano davanti al notaio, ma possiamo anche considerare le soluzioni di deduzione fiscale del 20% per coloro che comprano case in classe energetica A e B, oppure i bonus fiscali che mettono a disposizione sei banche italiane per gli Under 35 per l'acquisto del Leasing Immobiliare.
Andamento dei prezzi.
La domanda dinamica e l’offerta che inizia a diminuire, soprattutto sugli immobili di qualità, potrà determinare un’ulteriore contrazione delle tempistiche di vendita e un minore margine di
trattativa soprattutto su queste tipologie immobiliari. Il 2016 si è chiuso con quotazioni in lieve calo, ma in alcune grandi città come Milano i valori al metro quadrato iniziano a salire, anche se
segnano crescite dell’1-2% al massimo.
Nel secondo trimestre 2016 le convenzioni notarili di compravendita per unità immobiliari (194.620) – nota l’istituto di statistica – accelerano la crescita, segnando un +20,6% rispetto allo
stesso periodo dell’anno precedente, dopo il +17,9% registrato nei primi tre mesi dell’anno. Questo risultato positivo riguarda tutti i comparti immobiliari e l’intero territorio».
Si consolida quindi una ripresa che «nasce dal secondo trimestre del 2015 (+6,2%)» mentre «il minimo storico era stato raggiunto nel quarto trimestre del 2012 (-25,7%), anno in cui le variazioni sono
state fortemente negative in tutti i trimestri».
A crescere di più sono stati i trasferimenti nel residenziale (+20,9% su base annua) che rappresentano quasi il 94% del totale degli scambi, ma l’incremento è consistente anche per le unità ad uso economico (+15,3%). Il trend di crescita «risulta omogeneo nelle diverse ripartizioni geografiche mentre per gli immobili ad uso economico è stato molto intenso al Sud (+23,9%) e nelle Isole (+23,7%) e più rallentato nelle regioni centrali (+4,7%)». Interessante notare poi come la ripresa sia stata più pronunciata nei piccoli centri – nelle città la risalita è iniziata prima – per il comparto abitativo (+22% contro +19,6% dei grandi centri), mentre nelle aree metropolitane la crescita più robusta si è registrata per le unità ad uso economico (+17,5% contro +13,9% delle altre città).
Complessivamente, il primo semestre del 2016 mostra evidenti segnali di espansione sia per le compravendite (+19,4% su base annua) sia per i mutui (+26,5%).
Purtroppo il recente terremoto dell'Aquila non ci ha insegnato niente e n' abbiamo avuto la riprova con le morti di Amatrice e Accumoli.
Ma cosa differenzia i nostri edifici da quelli costruiti in altri stati del mondo molto più soggetti ad eventi sisma?
Di certo non servono opere di ristrutturazione anti sismica, che sono state fatte sui nostri edifici vecchi giusto per mangiare e incassare soldi a persone con pochi scrupoli.
Il Giappone, Paese ad elevata attività sismica, essendo situato in prossimità dei confini delle maggiori placche tettoniche, ha ormai imparato a convivere coi terremoti, in maniera cauta e intelligente, mettendo in atto diverse attività i prevenzione.
Gli edifici devono rispettare severi criteri anti-sismici e sono previste dure sanzioni per chi non li rispetta. Il segreto giapponese sta soprattutto nella costruzione di abitazioni anti-sismiche, attraverso tecnologie come i cuscinetti antisismici disposti alla base degli edifici, l’uso di acciai molto più elastici del normale, la fibra di carbonio che avvolge i pilastri e li rende più resistenti alle fratture, apparecchi detti “dissipatori” che assomigliano agli ammortizzatori di un auto e vengono disposti tra un piano e l’altro degli edifici più a rischio.
Uno studio dell’università di Ferrara stima che un sisma di grado 7 nell’Appennino meridionale provocherebbe tra i 5 e gli 11mila morti, in Giappone 50. Un terremoto ancora più violento, di intensità 7,5, causerebbe in Calabria tra le 15 e le 32mila vittime, appena 400 in una città densamente popolata come Tokyo.
Allora, cosa aspettiamo a defenestrare alcuni Presidenti Ingegneri che in televisione propongono casseformi in cemento armato per aumentare la rigidità della struttura edilizia quando invece serve la giusta elasticità?
Aspettiamo tempi migliori...
Fino al 12 gennaio l’Agenzia del Demanio offre 11 fari ora abbandonati in affitto per 50 anni a coloro che vorranno sviluppare un progetto di riqualificazione turistica o culturale. I fari potranno diventare ristoranti, b&b, centri di promozione o anche soluzioni innovative che possano accendere l’interesse dei visitatori.
Il progetto ricalca esperienze già consolidate all’estero (Australia, Canada, Regno Unito): si chiama lighthouse accomodation e presuppone l’affitto di un faro da parte di un privato per valorizzare quello che sembra ormai un pezzo di architettura del passato e invece può offrire una nuova vita, anche turistica, per il territorio. Oggi ci pensano le nuove tecnologie a tenere le navi sicure in mare e i fari, che non hanno perso il loro fascino, possono trovare un nuovo impiego come hotel, ostelli e alloggi.
I fari si trovano in Sicilia, Campania, Puglia e Toscana e sono: il faro di Brucoli ad Augusta, il faro di Murro di Porco a Siracusa, il faro di Capo Grosso nell’Isola di Levanzo-Favignana, il faro di Punta Cavazzi a Ustica, il faro di Capo d’Orso a Maiori, il faro di Punta Imperatore a Forio d’Ischia, il faro di San Domino alle Isole Tremiti, il faro Punta del Fenaglio, il faro di Capel Rosso, il faro di Capo Rizzuto e, infine, quello delle Isole Formiche. Gli ultimi quattro sono stati messi a disposizione dal ministero della Difesa. Si stima che dall’affitto di questi fari, ormai inutilizzati, lo Stato potrà ricavare tra 700 e 800 mila euro l’anno.
Già negli anni passati, alcuni fari caduti in disuso, sono stati messi in vendita dal Demanio dello Stato, acquistati da privati e trasformati in moderni Hotel dotati di ogni comfort.
Un esempio è il bellissimo Faro di Capo Spartivento nel sud-est della Sardegna, a cinquanta chilometri da Cagliari. La sua lanterna è un punto di
riferimento per i naviganti dal 1856, e fino al 1980 ha ospitato numerose famiglie di Faristi. La struttura fu realizzata dalla Marina Militare, e in tempi recenti è stata recuperata in modo
magistrale. Il faro ora di proprietà privata, anche se la lanterna è tuttora funzionante.
La struttura è aperta tutto l’anno, dispone di suite, due piccoli appartamenti e una camera singola. Sul tetto è sistemata una bella vetrata da cui nelle ore notturne si ammira il cielo stellato.
Potete visionare il sito della struttura:
http://www.farocapospartivento.com/it/guest-house/faro.html
Un Personal Shopper Immobiliare è un professionista che ha il compito di trovare la casa dei propri sogni o la casa che corrisponde alle proprie esigenze, facendo una ricerca e una selezione di tutti gli immobili disponibili sul mercato e presentando solo quelli che corrispondono alle richieste.
Il Personal Shopper Immobiliare nasce negli anni '90 in America con il nome di buyer brokerage o exclusive buyer agent, in seguito si afferma nel Regno Unito con il nome di Property Finder e in
Francia con gli Chasseur d'Appartments.
In Italia la figura del Personal Shopper Immobiliare viene riconosciuta nella qualifica di Agente Immobiliare, quindi un intermediatore imparziale che deve essere regolarmente registrato allo stesso ruolo della Camera di Commercio e naturalmente, da professionista, deve avere una partita iva.
Ora non tutti gli agenti immobiliari sono sensibili a questo richiamo, perchè alcuni di questi sono ancora associati a metodiche un pò radicate e congelate negli anni, dove non viene vista di buon occhio la collaborazione tra agenzie.
Dimore Residenze invece pratica già da diversi anni questa visione, dove il cliente acquirente in quanto fidelizzato chiede a noi di fare una selezione di immobili, da andare a visionare, senza così perdere tempo in avventure che possono essere diverse tra la realtà e la pubblicità.
Dimore Residenze, può cosi contattare sia privati che altre agenzie immobiliari per la ricerca dell'immobile giusto per il cliente e seguirlo anche da un punto di vista tecnico, recuperando così la certificazione occorrente per una compravendita di qualità.
Inoltre, con l’ausilio di render in 3D, che ci permette di fare una ricostruzione virtuale, farete un salto nel vostro futuro abitativo e passeggerete dentro la vostra casa.
L'home staging è lo studio che permette di allestire in modo piacevole e adeguato una casa che è in procinto di essere affittata o addirittura venduta. Questa, sviluppatasi negli anni ottanta in America, ma quasi sconosciuta in Italia, si occupa di spostare i mobili, rinnovare le varie stanze e ambienti, ma soprattutto donare un nuovo splendore all'abitazione desiderata.
La casa per gli italiani è sinonimo di rifugio, famiglia, focolare domestico. Chi cerca casa non può, dunque, che mettersi sulle tracce di un ambiente caldo e accogliente. I nostri servizi di Home Staging non trasformano la vostra casa, ma il modo di "sentirla" e "viverla" da parte dei potenziali acquirenti, che saranno in grado di visualizzare loro stessi e la loro famiglia nella vita quotidiana all'interno dello stesso immobile, e saranno quindi più inclini a fare offerte di acquisto anche a prezzi maggiori.
Grazie a piccoli accorgimenti strategici migliorando l'organizzazione degli elementi interni, riusciremo a rendere più competitivi le vostre abitazioni rispetto ad mercato immobiliare che oggi risulta a rilento e tutto uguale.
Negli Stati Uniti, in Australia e in altri paesi del Nord Europa, questa tecnica è utilizzata dai proprietari da circa 20 anni; è stato dimostrato che i tempi medi di vendita di un immobile passano da 8/9 mesi nel caso di immobili in Sardegna "non preparati alla vendita", a 6/7 settimane quando invece viene applicato l'Home Staging, e il prezzo di vendita mantiene le richieste perchè viene protetto grazie a questo servizio, rispetto a quello di immobili con tipologie simili ma non preparati!
La commissione Bilancio della Camera ha approvato il pacchetto Sicurezza del governo e altri emendamenti parlamentari alla legge di Stabilità. E tra le misure previste c’è anche il leasing immobiliare che permette di acquistare la prima casa un po’ come avviene con le automobili. Come funziona questo contratto di locazione finanziaria, strumento fino a oggi riservato agli immobili non residenziali? Per ora i dettagli tecnici non ci sono (spetterà al ministero dell’Economia e all’Associazione bancaria italiana fornire istruzioni e modalità), ma il meccanismo è chiaro: un intermediario finanziario o una banca acquisterà o costruirà l’immobile su scelta e secondo le indicazioni dell’utilizzatore, il quale pagherà prima un canone di affitto e alla fine di un tempo concordato potrà riscattare la casa o lasciarla all’istituto di credito. Il corrispettivo che l’utilizzatore pagherà dovrà tenere conto del prezzo di acquisto o di costruzione e della durata del contratto. E, in caso di risoluzione del contratto per colpa dell’utilizzatore, l’intermediario avrà diritto alla restituzione del bene. Ma per accedere al leasing immobiliare in alternativa al mutuo per l’acquisto dell’abitazione principale si devono avere meno di 35 anni e un reddito inferiore ai 55mila euro.
La novità, infatti, approvata con due emendamenti identici Pd e Ap, prevede che solo questa specifica categoria possa dedurre le spese sostenute ai fini Irpef. Proprio come accade ogni anno quando si compila la dichiarazione dei redditi e si chiede la detrazione delle rate del mutuo. E nel dettaglio, si tratta della detrazione del 19% sia delle spese sostenute per i canoni e i relativi oneri accessori fino a un massimo di 8mila euro annui sia per il riscatto finale per un importo non superiore a 20mila euro.
In attesa di conoscere anche le specifiche ministeriali e le indicazioni del Notariato, va sottolineato che l’emendamento riprende le proposte contenute in un disegno di legge presentato nell’aprile 2014 alla Camera e fermo al Senato da settembre 2015, che aveva previsto uno stanziamento di 5 milioni di euro per l’anno 2015, di 12,5 milioni di euro per l’anno 2016 e di 25 milioni di euro per l’anno 2017. Un tesoretto di cui non c’è traccia nell’emendamento. Mentre tuttora i giovani aspiranti proprietari di casa possono contare sul Fondo di garanzia per la prima casa che fa ottenere un mutuo anche a quanti sono più svantaggiati agli occhi dei sistema bancario perché non hanno le garanzie reddituali e patrimoniali, potendo contare sulla garanzia statale che copre il 50% della quota capitale di un finanziamento fino a 250mila euro.
fonte:www.ilfattoquotidiano.it
Nel suo studio sui costi dell’abitare, con il quale ha fatto sapere che le spese fisse legate all’abitazione assorbono fino al 50% del reddito familiare, la Cgil ha analizzato le imposte gravanti sugli immobili in Italia e ha ricordato quali sono le tasse sulla casa in Europa. Vediamo, quindi, cosa succede nel nostro Paese e cosa accade in Francia, Germania, Spagna e Regno Unito.
La Cgil ha ricordato che le imposte gravanti a vario titolo sugli immobili in Italia hanno subito negli ultimi anni un incremento dovuto principalmente ad alcuni fattori:
- l’introduzione anticipata dell’Imu a partire dal 2012 in sostituzione dell’Ici e di una parte dell’Irpef prelevata sugli immobili;
- la sostituzione della Tarsu (ultimo anno di applicazione 2012) con la Tares (2013) divenuta successivamente Tari (2014), con un ricarico finale complessivo sui soggetti passivi pari a circa 2 miliardi annui;
- l’introduzione della Tasi (2014), per un gettito complessivo di 4,6 miliardi, destinato a sostituirsi alla mancata riscossione dell’Imu sulle abitazioni principali (sostanzialmente abolita dal 2013).
Imu – L’Imposta Municipale propria è nata con il decreto Salva Italia in sostituzione del’Ici. Sono tenuti al pagamento i proprietari di immobili adibiti a abitazione principale rientranti nelle categorie catastali A1, A8, A9 (abitazione di tipo signorile, ville, castelli, palazzi di eminenti pregi artistici o storici). Sono esclusi i proprietari di immobili adibiti ad abitazione principale classificati nelle categorie catastali: A/2, A3, A/4, A/5, A/6, A/7 (abitazioni di tipo civile, economico, popolare, ultrapopolare, abitazioni in villini).
Tasi – La tassa destinata a finanziare i servizi indivisibili comunali è dovuta da proprietari di immobili e dagli inquilini di immobili concessi in locazione. A differenza dell’Imu, la Tasi è dovuta sull’abitazione principale a prescindere dalla classificazione catastale. A stabilire la quota di Tasi a carico dei conduttori è il Comune, che può variare la percentuale tra il 10 e il 30%.
Tari – La nuova tassa sui rifiuti è dovuta dai soggetti passivi che occupano locali e aree scoperte, a qualsiasi titolo utilizzate, situate nel Comune.
In arrivo la local tax – Nel 2016 verrà introdotta la local tax, che assorbirà Imu, Tasi, addizionali Irpef, lasciando in vita solo la Tari (la tassa sui rifiuti). Verrà gestita interamente dai Comuni, che potranno decidere secondo le loro esigenze contabili le aliquote, entro un valore massimo e uno minimo deciso dallo Stato.
Francia
Tax fonciere: è dovuta dal proprietario dell’abitazione; la base imponibile è pari al 50% del valore locativo; l’aliquota varia a seconda della regione.
Impot de solidaritè sur la fortune (Isf) sui patrimoni netti posseduti superiori a 800.000 euro (aliquota tra lo 0,5% e l'1,50%).
Tax d’habitation: è dovuta dall’inquilino dell’immobile; l’aliquota è variabile a seconda della regione di residenza.
Germania
Tassa fondiaria: i comuni applicano un’imposta sul possesso di immobili basato sul valore catastale (multiplo valore locativo); le aliquote variano in ogni comune a seconda dell’utilizzazione del bene (aliquote base 0,35%).
Tassa di proprietà: varia da città a città (tra 150 e 300 euro per appartamento).
Oneri urbanistici-tasse locali: da 0,75 a 1,5 euro per metro quadrato.
Spagna
Impuesto sobre Bienes Immeubles (Ibi): è dovuta dal proprietario con un’aliquota di solito pari allo 0,50% del valore catastale per le proprietà urbane e 0,30% per le proprietà agricole da applicare al valore catastale (pari a circa il 70% del valore di mercato).
Regno Unito
Council Tax: è un’imposta locale; esistono otto classi di appartenenza per ogni immobile; l’aliquota varia a seconda della regione (da 1,2% a 3,5%).
Fonte: idealista.it
Oggi parliamo dei contratti di locazione 3+2 anni che sono disciplinati dall'art. 2, terzo comma, legge n. 431/98. Questo tipo di contratti possono essere la valida alternativa ai più classici 4+4 anni, con la differenza che la prima formula prevede dei canoni standardizzati che sono stati definiti tra le Associazioni dei conduttori e i Comuni ad alta tensione abitativa; cosa significa??? che questo tipo di contratti possono essere particolarmente vantaggiosi per il conduttore che avrà condizioni vantaggiose ma anche per il locatore che potrà avere una scontistica sull'IRPEF fino al 30% se viene fatta una registrazione classica, invece se viene scelta una registrazione con Cedolare secca allora si applica una tassazione al 10% sul reddito percepito sulla locazione.
Stando a quanto ha comunicato dall’associazione che riunisce i proprietari di immobili, (fonte Confabitare), nel 2014 i locali commerciali che sono rimasti senza affittuario sono stati 600.000 e
la tendenza non si è invertita nemmeno del primo semestre dell’anno in corso durante il quale, solo per citare qualche esempio, gli immobili commerciali sfitti sono aumentati del 15,5% a Venezia, del
19,5% a Roma, del 22% a Napoli e, nonostante l’auspicato effetto dell’EXPO, del 23,2% a Milano.
Eppure, a detta di Alberto Zanni, Presidente di Confabitare, una soluzione ci sarebbe; basterebbe applicare anche agli esercizi commerciali i benefici della legge 431/98; ovvero quella sui canoni
concordati riconosciuti alle abitazioni. Ad un affitto più basso per l’inquilino, in una forchetta compresa fra il 20% ed il 30%, corrisponde uno sgravio importante sul pagamento dell’IMU per il
proprietario che si troverebbe a pagare un’aliquota media pari al 7,6 per mille e non, come oggi, al 9,8 per mille.
Zanni ammette che questo vorrebbe dire meno introiti per i comuni, ma con un danno molto ridotto se confrontato con i molti benefici sociali ed economici che porterebbe.
Autore:Andrea Polo
Forse il mercato immobiliare interno non trova ancora la strada della ripresa, ma questo non frena gli investimenti degli italiani all'estero.
Secondo l'analisi di Scenari Immobiliari, nel primo semestre 2015, gli abitanti del Belpaese hanno accquistato oltre 24mila case oltrefrontiera, un aumento del 9,5 % rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e, si arriverà a quota 50mila entro fine anno. Tra le mete preferite c'è la penisola ellenica, dove si assiste ad un vero e proprio Grex -in; in questo modo, gli italiani diventeranno terzi per l'acquisto all'estero dopo i tedeschi (circa 70.000 alloggi) e gli inglesi (55mila).
A spingere la domanda c'è la forte liquidità disponibile e la ricerca di investimenti immobiliari a basso costo e posizionati in zone di mare, possibilmente nel Mar Mediterraneo.Nel 2014, infatti, quattro acquisti su dieci sono stati realizzati tra Spagna, Francia e Grecia. Mentre la situazione politica dei Paesi arabi ha fermato un flusso di investimenti che era in forte crescita verso Egitto e Tunisia.
01/06/2015
Chiarissimo il titolo di apertura di questo articolo della stampa italiana, secondo i dati di Nomisma, che percepisce per il 2015 un ulteriore calo dei prezzi pari al 3% e più importante in altre aree.
In ripresa invece le compravendite, che si stima aumenteranno quest'anno di 50 mila unità a quota 480 mila.
Deciso aumento anche per i mutui. Debole il settore terziario, uffici in testa.
Ripresa ma senza euforia quella che si profila per il mattone italiano nel 2015. Transazioni in aumento, ma prezzi ancora in calo per tutte le zone geografiche e le tipologie immobiliari a cominciare dal residenziale, il comparto oggi più vivace.
Vediamo nello specifico: calo dei prezzi in media del 3% per le abitazioni, -3,1% per gli uffici e -2,6% per i negozi. Nel 2015 sono attese 468 mila compravendite che diventeranno 500 mila nel biennio 2016-17. I dati sui prezzi nelle grandi città, secondo l'Osservatorio, nel 2015 sono tutti negativi: per quanto riguarda il mercato delle abitazioni le flessioni più forti si registreranno a Firenze (-3,8%) e Roma (-3,2%).